In scena al Teatro Duse il 23-24 ottobre 2015.
Il Teatro Duse ha inaugurato la stagione, come sempre, con un evento speciale. Quest’anno però spalmato su due serate, il ché ha prodotto, nella serata (la prima) cui ho assistito, una sala non completamente piena, come fu invece nelle passate stagioni.
L’evento era inserito in un progetto più ampio che Bologna ha voluto dedicare a un suo figlio, un vero pilastro del pensiero critico del ‘900, nonché grande artista, stiamo ovviamente parlando di Pier Paolo Pasolini, in occasione dei 40 anni dalla sua tragica scomparsa.
Il Duse quindi celebra PPP con uno spettacolo proprio nel teatro di fianco al liceo in cui lui studiò. La serata era strutturata in una alternanza di letture di lettere e interviste intervallate da brani musicali in qualche modo legati alle letture scelte. In particolare di Bach, il compositore preferito da PPP per sua stessa ammissione.
Questo però era probabilmente l’unico legame tra i testi e la musica, ottimamente interpretata dall’Orchestra da Camera di Imola con il Coro del Teatro Comunale di Bologna e il contralto Elisa Bonazzi. Nulla da dire nemmeno sulla straordinaria interpretazione di Ennio Fantastichini, un bravissimo attore che dovrebbe a mio avviso essere molto più presente sui palcoscenici italiani, magari in qualche classico pirandelliano.
Insomma, tutto di altissimo livello. Nonostante questo, l’insieme dello spettacolo è risultato poco coinvolgente, forse a causa della debole struttura: mancava un vero percorso narrativo, un filo conduttore che portasse allo sviluppo di un messaggio o un pensiero, che è venuto a mancare, lasciandomi da un lato ammirato per la bravura degli artisti sul palco, dall’altro non arricchito dalle parole di PPP, e questo è un peccato.
Carlo Magistretti