di e con Francesco Piccolo e la partecipazione speciale di Pif
Dopo il grandissimo successo di critica e di pubblico che li ha accompagnati in tournée nei teatri italiani, Francesco Piccolo e Pif tornano nuovamente sul palco con Momenti di trascurabile (IN)felicità.
Lo spettacolo, di Francesco Piccolo (Premio Strega 2014 con Il desiderio di essere come tutti), vede sul palco Piccolo insieme a Pif, già protagonista dell’omonimo film del 2019 diretto da Daniele Luchetti e scritto con Francesco Piccolo.
«Le donne e gli uomini, terreni e divini, mortali e immortali, che Dante racconta nella danza della Divina Commedia non sono corpi. Ma intelligenze, memorie, visioni, desideri, idee: anime. E le anime non pesano. Questa intuizione fisica e poetica è il fulcro da cui prende letteralmente il volo la messa in scena di Emiliano Pellisari».
Con queste parole il critico Sandro Cappelletto descrive lo spettacolo visionario della Compagnia di danza e arti performative NoGravity – fondata da Emiliano Pellisari – dal titolo Divina Commedia Reloaded, in programma al Teatro Celebrazioni di Bologna sabato 23 marzo alle ore 21.00.
Danza-illusione, danza-scultura, teatro figurativo, teatro fisico: nessuna definizione è mai riuscita a racchiudere da sola il mondo magico di NoGravity, che propone – in una nuova veste coreografica e tecnica – un’inedita produzione che ha debuttato in Italia lo scorso novembre e che è reduce dal successo di un tour negli Stati Uniti.
Divina Commedia Reloaded – con le coreografie, le scene, i costumi e il disegno luci di Pellisari – rappresenta appieno lo stile e la poetica della Compagnia, ispirati all’arte del Rinascimento italiano, al teatro barocco, ma anche ai linguaggi del Novecento.
Lo spettacolo vede sei danzatori in scena, i quali – attorno alle tre cantiche dantesche – sfidano la gravità creando immagini straordinarie che emergono dal buio: un’esperienza onirica che invita lo spettatore a fare un viaggio dell’anima. Sono corpi umani che agiscono nello spazio, creando – con movimenti geometrici e a ritmo di musica – disegni e simboli, rappresentativi delle tre cantiche: nell’Inferno il linguaggio corporeo esplora la durezza, la crudeltà e il dolore dei dannati; nel Purgatorio i corpi hanno una connotazione mistica e legata piuttosto alla vita terrena; e infine nel Paradiso viene rappresentata l’incarnazione dell’universo filosofico e teleologico di Dante, con la meravigliosa concretezza visiva dell’arte contemporanea.
Nello spettacolo il disegno della luce, della musica e dell’illusione si fonde con la danza, l’atletica circense e il mimetismo, il tutto ispirato anche a figure e prospettive di artisti quali Kandinskij, Magritte, Dalí, Mondrian e Caravaggio.
Protagonista del ballettoè Mariana Porceddu, in arte Mariana/P, diventata negli anni anche coreografa e direttrice di NoGravity – assieme a Pellisari – e che dello spettacolo è inoltre music designer.
Accanto a lei, nello spazio scenico, Eva Campanaro, Francesco Saverio Cifaldi, Giada Inserra, Leila Ghiabbi e Giovanni Bellucci.
Nella visione di Pellisari i danzatori si muovono sul piano orizzontale del palcoscenico e vengono nel medesimo tempo riflessi da un grande specchio, creando un secondo piano di azione che appare di fronte al pubblico. I due piani, orizzontale e verticale, coreograficamente congiunti insieme per mezzo di una tecnica singolare nel suo genere, si presentano nello stesso istante alla visione dello spettatore, generando un solo e unico spazio teatrale dove le regole della fisica vengono invertite.
Divina Commedia Reloaded è una produzione della Compagnia Danza Emiliano Pellisari Studio.
scena Fiammetta Mandich - suono Dario Costa - luci Marco Guarrera - illustrazioni Margherita Nardinocchi grafica Clarice
foto Simone Galli, Elisa Nocentini organizzazione Silvia Zicaro assistenza e cura Anna Ida Cortese produzione Florian Metateatro
con il contributo di Associazione Scenario, Teatro Due Mondi, ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – Capotrave / Kilowatt Sansepolcro)
residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t. con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale
E tuo padre com’era? Come è? Come lo ricordi? Come lo conosci? Qual è il rapporto con i padri e cosa resta (resterà) alla loro scomparsa? Arturo non è uno spettacolo, bensì un accadimento, un incontro. Nasce dal ricordo dei propri padri da parte di Laura e Niccolò. Arturo è la forma della loro memoria, in cui i racconti, i giochi, le date, gli aneddoti, le parole si sono trasformati in pezzi, per la precisione dodici, di un grande puzzle: un gioco a cui gli spettatori non solo assistono come testimoni, ma sono anche invitati a partecipare attivamente. Arturo ha quindi una struttura mutevole, non replicabile e dalle “infinite” combinazioni: l’ordine delle scene nelle varie repliche sarà sempre differente. L’autobiografia diventa atto creativo, con l’intento di rendere una memoria privata collettiva e universale.
La mitologia in scena. Da Venere a Selène, da Zeus a Poseidone, passando per Eros, Medea, Tifèo, Krònos, Rea, Orione e tanti altri, in un dedalo di amori, intrighi, saghe familiari e vicende degne di un Feydeau o di una divina serie tv. Ed ecco che questi mitici personaggi, apparentemente distanti, per incanto parlano invece di noi, del nostro carattere, dei nostri rapporti familiari e dei nostri amori. E lo fanno in modo comico! Qualche volta tragicomico…
Insomma, persone. Caratteri. Storie. Ovvero “Tipi psicologici” come li definì Jung. E difatti la psicologia ha attinto a piene mani dallo studio del Mito, basti pensare al mito di Edipo, ovviamente anche lui presente sul palco con tanto di mamma a seguito.
Teatri Laura Betti (Casalecchio di R. - BO) - 23/03/2024 ore 21.00
CIRANO DEVE MORIRE
liberamente ispirato a Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand - di Leonardo Manzan, Rocco Placidi
con Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini
musiche originali Franco Visioli e Alessandro Levrero eseguite dal vivo da Filippo Lilli
luci Simone De Angelis eseguite da Giuseppe Incurvati - scene Giuseppe Stellato - costumi Graziella Pepe
regia Leonardo Manzan
produzione La Biennale di Venezia nell’ambito del progetto Biennale College Teatro – Registi Under 30 con la direzione artistica di Antonio Latella - produzione nuovo allestimento 2022 La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Elledieffe, Fondazione Teatro della Toscana
Spettacolo vincitore del Bando Biennale College indetto dalla Biennale Teatro di Venezia 2018
Uno spettacolo – concerto tra poesia romantica e rap feroce, in bilico tra musical e dj set, costumi d’epoca e luci strobo per raccontare la storia d’amore e inganno di Cyrano de Bergerac come non l’avete mai sentita
Cirano deve morire è una riscrittura per tre voci del Cyrano di Bergerac di Edmond Rostand. Uno spettacolo-concerto con testi e musiche originali dal vivo che trasforma la poesia di fine’800 in potenti versi rap. Rime taglienti e ritmo indiavolato affrontano in modo implacabile il tema della finzione attraverso il racconto di inganni e di morte, di fedeltà agli altri e di tradimento di se stessi, di parole che seducono e di silenzi che uccidono. È una straordinaria storia di amore e di amicizia uno dei più famosi “triangoli” del teatro moderno, è la storia di due amici e di una donna di cui entrambi si innamorano: sono tre ragazzi proprio come i giovani attori chiamati a interpretarli sulla scena.
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