In scena il 28 maggio 2023 allo Spazio 400.
A volte si scoprono degli artisti a inizio carriera. È bello scoprirli quasi per caso, è bello vedere che hanno talento e che meritano che il grande pubblico li conosca. Filippo Capobianco è uno di questi. È un giovane autore e attore, che tra le altre cose è campione mondiale 2023 di poetry slam (una sorta di tenzone di poesia) e solo per questo meriterebbe la notorietà.
E invece sono arrivato a lui tramite un piccolo trafiletto su un quotidiano che parlava della sua vittoria; l’ho cercato sui social, ho visto un paio di performance e ho capito subito che aveva davvero del talento. Il caso ha voluto che due giorni dopo questa scoperta lui portasse il suo spettacolo “Mia mamma fa il notaio, ma anche il risotto” in uno spazio tipico del sottobosco bolognese: uno dei tanti collettivi in circoli Arci della città, animato per lo più da studenti, come accade da sempre. In un’atmosfera informale, intima e un po’ arrangiata (se paragonata a un vero teatro) ho visto questo spettacolo e sono rimasto piacevolmente sorpreso. Filippo usa uno schema che potremmo inserire nel genere “teatro canzone” e alterna monologhi (che a volte sono vere e proprie poesie) a canzoni (sa anche suonare la chitarra). Due sono le cose che mi hanno impressionato principalmente: la sua qualità attoriale, con un’ottima attitudine al comico (che in parte è anche innata) e un alto livello di scrittura, dove ogni parola è pensata e scelta con cura. Si passa da pezzi davvero divertenti come la lettera motivazionale per accedere al fantomatico master Mo.Ma.Sa. al poetico-romantico come la storia d’amore tra un cosmologo e una terrapiattista. Aggiungo anche questo dato: il suo pubblico è per lo più giovane, e questo è un ottimo segnale di ripresa dopo gli anni in cui la comicità è stata in gran parte demolita dai “simpatici travestiti da comici” e ridotta a tormentoni (o nella migliore delle ipotesi a battute da liceo incollate tra loro), ma questo è colpa della tv ed è un discorso complesso che ci porterebbe fuori tema. Per concludere, complimenti a Filippo Capobianco, che spero presto di rivedere sul palco di un vero teatro a Bologna, e con la sala piena.
Carlo Magistretti