In scena al Teatro EuropAuditorium il 21 dicembre 2023.
Per la maggior parte del pubblico Stefano De Martino è l’ex ballerino di Amici, o anche l’ex di Belen. Nella realtà è molto altro e molto di più. Ha talento, sa ballare (e lo sapevamo) ma anche cantare e recitare. Si vede, guardando questo suo primo spettacolo teatrale, il percorso di studi e gavetta che ha fatto e sta ancora facendo. E se continua così diventerà sicuramente un punto di riferimento del (nuovo) varietà italiano.
Lo spettacolo “Meglio stasera” è infatti un one man show in stile anglosassone, in cui il protagonista mette in evidenza le sue qualità: balla, canta e recita De Martino, e lo fa bene. E anche quando improvvisa (poco per la verità) riesce a essere credibile e misurato, quasi consapevole di non avere ancora le doti improvvisative del calibro di Fiorello, ma di aver molto ben capito come funziona anche quel momento di uno spettacolo dal vivo. Lo spettacolo, si diceva, è un monologo comico in cui Stefano racconta la sua vita attraverso ricordi ed aneddoti divertenti, alternando balletti e canzoni (accompagnato da musicisti di prim’ordine: la Disperata Erotica Band). Si sente moltissimo nella scrittura la mano di Riccardo Cassini (attore e autore comico, tra i ghost writer del già citato Fiorello) e De Martino padroneggia il palco a mio avviso molto meglio di qualche comico-da-zelig. Note negative? Forse avrei ridotto di un quarto d’ora la durata complessiva: lo spettacolo dura (senza intervallo) due ore, nelle quali però tutto funziona molto bene. Ora devo fare un piccolo inciso sulla formazione degli attori in Italia (direi nei paesi di cultura latina) rispetto a quelli anglosassoni: mentre da noi recitazione, canto e danza sono arti “separate”, in Gran Bretagna e negli USA la scuola per attori impone di studiare tutte e tre le discipline. Ottengono così dei performer come, ad esempio, Dick Van Dyke o Julie Andrews, oppure venendo a tempi più recenti Meryl Streep in Mamma Mia! o al giovane Tom Holland (ex protagonista di Billy Elliot in teatro a Londra) e potrei fare un elenco piuttosto lungo. Poco importa se poi nella vita professionale verrà loro richiesto più di recitare che il resto, ma è un bagaglio di preparazione che loro comunque hanno a disposizione e quando servirà saranno pronti. Tornando a De Martino: penso che siamo solo all’inizio della scoperta (vera stavolta) di un performer inteso alla anglosassone, come in Italia non ne sono mai esistiti. Complimenti e speriamo continui così.
Carlo Magistretti